La valutazione del rischio ha lo scopo di "determinare e valutare i possibili effetti sfavorevoli degli OVM sulla conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità nel probabile potenziale ambiente ricevente, tenendo in considerazione anche i rischi per la salute umana" (da allegato III Protocollo di Cartagena) e viene utilizzata dalle autorità competenti per prendere una decisione con cognizione di causa sugli organismi viventi modificati.

Essa dovrebbe essere condotta secondo metodi scientifici comprovati e in condizioni di trasparenza, prendendo in considerazione i pareri tecnici e le linee-guida degli esperti delle organizzazioni internazionali competenti.

L’assenza di conoscenze o di consenso scientifico non deve necessariamente essere interpretata come indicativa di un particolare livello di rischio, dell'assenza di rischio o dell'esistenza di un rischio accettabile. I rischi associati agli organismi viventi modificati o ai prodotti che ne derivano, ossia i materiali derivati da organismi viventi modificati che contengono nuove combinazioni di materiale genetico replicabile ottenuto ricorrendo alla moderna biotecnologia, dovrebbero essere considerati in relazione ai rischi derivati dagli organismi riceventi o parentali non modificati nell’ambito dell’ambiente che potrebbe riceverli. La valutazione del rischio dovrebbe essere effettuata caso per caso. La natura e la precisione delle informazioni necessarie ad effettuare la valtazione del richio possono variare in funzione dell’organismo vivente modificato in questione, dell'uso che se ne intende fare e dell’ambiente che potrebbe riceverlo.

Secondo l’Allegato III del Protocollo di Cartagena la valutazione del rischio comprende le seguenti fasi:

  1. l’identificazione di ogni nuova caratteristica genotipica e fenotipica associata all’organismo vivente modificato che possa avere effetti negativi sulla diversità biologica nell’ambiente che potrebbe riceverlo, tenendo anche presenti i rischi per la salute umana;
  2. la valutazione delle probabilità che tali effetti negativi si manifestino, in considerazione del grado e del tipo di esposizione nell’ambiente che potrebbe ricevere l’organismo vivente modificato;
  3. la valutazione delle possibili conseguenze qualora tali effetti negativi si manifestino;
  4. la stima del rischio complessivo che l’organismo vivente modificato provocherebbe in base alla valutazione delle probabilità che gli effetti negativi rilevati e le relative conseguenze si manifestino;
  5. la raccomandazione nella quale si indichi se i rischi sono accettabili o controllabili, compresa, ove necessario, l’identificazione delle strategie per gestire tali rischi;
  6. qualora vi siano incertezze relative al livello di rischio, può essere utile chiedere informazioni supplementari su questioni specifiche fonte di preoccupazione, o applicare strategie appropriate per la gestione del rischio e/o monitorare l’organismo vivente modificato nell’ambiente ricevente.

Strumenti per la valutazione del rischio

Data ultima modifica:

10 Giugno 2021