La Convenzione sulla Diversità Biologica prende in considerazione il tema della biosicurezza all'articolo 8 "Conservazione in situ" e all'articolo 19 "Utilizzazione della biotecnologia e distribuzione dei benefici da essa derivanti".

L'articolo 8 (g) indica l'obbligo per le Parti di "stabilire o mantenere i mezzi per regolare, amministrare o controllare i rischi connessi con l'utilizzazione o l'emissione di organismi viventi modificati ottenuti con le moderne biotecnologie, che rischiano di avere impatti sfavorevoli sull'ambiente e quindi di influire sulla conservazione e l'utilizzazione durevole della diversità biologica, tenuto conto anche dei rischi per la salute umana".

L’articolo 19.3 invita le Parti a esaminare "la necessità e le modalità di un protocollo che stabilisca procedure appropriate, compreso, in particolare, un accordo preliminare in cognizione di causa, in materia di trasferimento, manipolazione e uso in sicurezza di qualsiasi organismo vivente modificato derivante dalla biotecnologia che possa avere effetti negativi sulla conservazione e l'uso sostenibile della diversità biologica".

Su queste basi nel gennaio del 2000 è stato adottato il Protocollo di Cartagena sulla Biosicurezza.

L'obiettivo del Protocollo, in accordo con l’approccio precauzionale sancito dal Principio 15 della Dichiarazione di Rio, è quello di contribuire ad assicurare un adeguato livello di protezione nel campo del trasferimento, della manipolazione e dell'uso sicuri degli organismi viventi modificati ottenuti con le moderne biotecnologie che possono esercitare effetti negativi sulla conservazione e l'uso sostenibile della diversità biologica, tenuto conto anche dei rischi per la salute umana, e con una particolare attenzione ai movimenti transfrontalieri. Per saperne di più

L’Unione europea ha ratificato il Protocollo con la decisione del Consiglio 2002/628/CE.

Il Protocollo di Cartagena è stato ratificato dall’Italia con la legge n. 27 del 15 gennaio 2004.

Ai sensi dell’art. 29 del Protocollo la Conferenza delle Parti che funge da incontro delle Parti contraenti il Protocollo di Cartagena (Conference of the Parties serving as the meeting of the Parties to the Cartagena Protocol on Biosafety, COP-MOP) esamina e promuove l'attuazione del Protocollo e, ove opportuno, valuta e adotta modifiche, formula raccomandazioni, istituisce organismi sussidiari, coopera con le competenti organizzazioni internazionali e gli organismi intergovernativi e non governativi. La prima Conferenza delle Parti si è tenuta a Kuala Lumpur, Malesia, dal 23 al 27 febbraio 2004. Le successive si sono ripetute annualmente fino al 2006, quindi ogni due anni fino alla COP-MOP 9 che si è svolta a Sharm El Sheikh, Egitto, dal 17 al 29 novembre 2018.

 

 

Protocollo Addizionale di Nagoya-Kuala Lumpur in materia di responsabilità e risarcimento

Il Protocollo Addizionale di Nagoya Kuala Lumpur sulla responsabilità e il risarcimento al Protocollo di Cartagena sulla Biosicurezza, adottato come accordo complementare al Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza, mira a contribuire alla conservazione e all'uso sostenibile della biodiversità fornendo norme e procedure internazionali nel campo della responsabilità e del risarcimento del danno derivante dagli organismi viventi modificati.

L'Unione europea ha ratificato il Protocollo Addizionale con la decisione del Consiglio del 12 febbraio 2013.

Il Protocollo Addizionale è entrato in vigore il 5 marzo 2018.

L'Italia ha ratificato il Protocollo Addizionale di Nagoya-Kuala Lumpur con la legge del 16 gennaio 2019, n. 7. 

Data ultima modifica:

31 Gennaio 2024